29 aprile 2021 – Sono un problema di salute silente, subdolo e che non gode di grande attenzione in Italia. Eppure, secondo gli ultimi dati ISTAT del 2018, hanno provocato negli over 65 più di 65mila decessi a causa delle complicazioni. Stiamo parlando delle lesioni da decubito e per saperne di più abbiamo intervistato Ivan Santoro, infermiere coordinatore ed esperto in Wound Care – Bergamo.
Gentilissimo, le lesioni da pressione sono un problema molto diffuso nel nostro Paese?
Sì, anche perché interessano soprattutto gli anziani con più di 65 anni che in Italia rappresentano oltre il 22% del totale della popolazione. Bisogna però ricordare che possono colpire ad ogni fascia d’età e quindi anche pazienti più giovani.
Da cosa sono causate e perché sono così pericolose?
Sono determinate dalla pressione esercitata tra i piani ossei ed i piani cutanei è può interessare tutte le zone del corpo in cui la pressione è più significativa. Questa provoca un’ischemia del microcircolo e la morte cellulare, con conseguente necrosi dei tessuti. La causa principale delle lesioni è l’immobilità prolungata, che per esempio, interessa pazienti costretti a stare a letto per lunghi periodi. Le complicanze che a volte determinano, possono portare fino al decesso del malato soprattutto se vi sono poi altre patologie concomitanti come quelle tipiche della terza età.
Come va gestito il paziente e a chi deve rivolgersi?
Il malato che deve rimanere a lungo allettato deve come prima cosa comprendere che l’intervento terapeutico tempestivo è fondamentale. Naturalmente un ruolo sostanziale è svolto dal parente o dal caregiver quando l’assistito non è in grado di reagire da solo. Esistono infatti diversi interventi di prevenzione in grado di contrastare in modo efficace l’insorgere delle lesioni. In ogni caso il primo riferimento dell’assistito in ambiente domiciliare deve essere il medico di famiglia, che può e deve intervenire e nei casi più gravi, indirizzarlo verso lo specialista più appropriato.
La lesione come viene solitamente curata?
Il trattamento prevede diversi step . Dalla pulizia della ferita, all’eventuale debridement e all’applicazione di specifiche medicazioni. Sono circa 20 anni che abbiamo a disposizione le medicazioni tecnologiche che ci permettono di gestire la lesione con meno accessi presso il domicilio del paziente. Medicazioni che posso rimanere in situ fino a 7 gg. Ma non dimentichiamo che la lesione ha un’evoluzione attiva nel tempo. Quindi è opportuno seguire le varie fasi, adeguando la giusta medicazione. In alcuni casi è anche necessario richiedere l’intervento del chirurgo per una toilette chirurgia, oppure del chirurgo plastico che può effettuare una posposizione di lembi (nei pazienti più giovani)