Tatuaggi che passione, ma attenzione alla salute della pelle!
15 ottobre 2020 – Decorazione? Simbolo di trasgressione? Semplice moda? Quel che è certo è che i tatuaggi sono sempre più diffusi nel nostro Paese. Secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in Italia ci sono ben 6,9 milioni di persone tatuate pari al 12,8% della popolazione. Risultano più diffusi tra le donne (13%) rispetto agli uomini (11%) e la prima decorazione permanente viene effettuata in media a 25 anni. Gli uomini preferiscono tatuarsi braccia, spalla e gambe mentre le donne soprattutto schiena, piedi e caviglie. Ma i tatuaggi possono rappresentare un problema per la salute? Lo abbiamo chiesto al Franco Rongioletti, membro del comitato scientifico de LaPelleSiCura e Direttore della Clinica dermatologica Università di Cagliari.
“ I tatuaggi sono una moda decorativa esplosa in questi anni che lascia un poco perplessa la comunità dermatologica per i rischi di complicanze cutanee legate a questa procedura. Tuttavia, i tatuaggi possono anche avere una funzione più seria- sottolinea il professore -. Va, infatti, ricordato che possono sostituire strutture corporee che non possono essere ripristinate, magari a causa di malattie, come per esempio ciglia e sopracciglia nell’alopecia areata. Tuttavia non sono esenti da alcune importanti problematiche e l’infezione da tatuaggio è un rischio concreto. Il cliente deve scegliere un tatuatore che abbia esperienza e che utilizzi materiali usa e getta, per evitare il rischio di infezioni o patologie come infezioni batteriche da stafilococco o più gravi infezioni come tubercolosi, epatite C o HIV, in attesa che arrivi una precisa legislazione in materia”. “Bisogna fare inoltre attenzione alle reazioni allergiche – precisa il prof. Rongioletti -. Il colorante rosso è il più frequente nel provocare infiammazioni, ma anche il blu, il nero o il verde non sono esenti e nel caso di tatuaggi permanenti, possono svilupparsi danni estetici importanti. II fatto che i colori tatuati siano promotori di tumori cutanei, rimane invece una tematica ancora da verificare”.