Appello esperti: da Covid a Zoster, i pazienti oncologici si vaccinino
29 aprile 2022 – La quarta dose per oltre 790mila soggetti particolarmente fragili, come i pazienti oncologici, è ancora lontana, ma questa popolazione necessita di rafforzare la protezione nei confronti del Covid severo. Serve, quindi, un nuovo intervento, che non dovrebbe, però, riguardare solo la vaccinazione contro il Sars-CoV-2, ma anche quella contro lo pneumoccocco, l’herpes zoster e il papilloma virus. Questo l’appello degli esperti, riuniti ieri al convegno “La vaccinazione del paziente oncologico. Nuove opportunità per la sanità pubblica”, tenutosi al ministero della Salute.
“Il paziente oncologico – ha detto Saverio Cinieri, presidente Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) – è più suscettibile a infezioni causate da diversi patogeni. La risposta immunitaria in questi soggetti è più debole, in quanto sia la chemioterapia sia la radioterapia spesso inducono neutropenia e leucopenia, ovvero un abbassamento delle difese immunitarie, rispettivamente in neutrofili e leucociti. Bisogna quindi rafforzare le corsie preferenziali in favore dei pazienti oncologici”. La campagna contro il Covid ha creato un’attenzione alle vaccinazioni che potrà essere la base per una prevenzione maggiore anche in altri ambiti. “Abbiamo una piattaforma tecnologica – spiega ha Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana Malattie Infettive Tropicali (Simit) – che ci permette di realizzare nuovi vaccini validi e in tempi ridotti. Per esempio il nuovo vaccino ricombinante adiuvato per l’Herpes Zoster ci permette di vaccinare per questa malattia i pazienti immunodepressi per i quali il vaccino che avevamo fino ad oggi a disposizione era a virus vivo attenuato, che è controindicato in questa tipologia di pazienti”. Per promuovere i vaccini in questa popolazione si potrebbero utilizzare gli hub vaccinali ma, evidenzia Paolo Castiglia, membro Core Board Vaccini Società italiana di Igiene (Siti) “una possibilità finora sottoutilizzata è quella della vaccinazione in ospedale. Contestualmente alla terapia per la dimissione del paziente sarebbe opportuno offrire le vaccinazioni in base alla categoria di rischio”.