Medicina estetica, come può aiutare il paziente oncologico?

24 maggio 2021 – In Italia oltre 3 milioni di uomini e donne vivono con una diagnosi di tumore. Un “esercito” di persone che presenta dei nuovi bisogni, rispetto al passato, e che deve affrontare tutti i giorni difficoltà e problematiche. Tra quest’ultime ci sono anche i danni che alcune terapie anticancro possono talvolta arrecare alla nostra pelle. Abbiamo parlato di questo particolare aspetto della lotta al cancro con la prof.ssa Gloria Trocchi, Vice Presidente Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME).

“Le problematiche a livello cutaneo che deve affrontare un paziente oncologico interessano soprattutto coloro che stanno facendo dei cicli di chemio e radioterapia – afferma la prof.ssa Trocchi -. Fin dall’inizio delle cure il malato può riscontrare sintomi, più o meno evidenti, come la secchezza cutanea. Molto dipende dalla tipologia di farmaco utilizzato in quanto la pelle rappresenta l’organo bersaglio e quindi i danni potrebbero diventare più importanti nel corso dei mesi successivi. Di solito quando prendiamo in carico una persona già dall’inizio dei trattamenti facciamo una prima valutazione cutanea. In particolare svolgiamo una misurazione del grado di corneometria, un tipo di esame che serve a valutare il livello di idratazione cutanea. Oppure misuriamo la presenza di lipidi sulla superficie della pelle e riscontriamo eventuali danni già presenti. Così possiamo individuare il prodotto cosmetico specifico che sarà più idoneo per il singolo paziente”.

Va ricordato e ribadito con forza il fatto che non tutti i prodotti cosmetici possono essere utilizzati durante i trattamenti antitumorali – aggiunge Trocchi -. Spetta quindi allo specialista valutare come e quando il paziente può fare ricorso a certi prodotti e ciò è possibile grazie ad una valutazione clinica vera e propria che facciamo attraverso l’uso di un’apposita strumentazione che permette un primo inquadramento diagnostico. Il malato deve essere tenuto sotto controllo costantemente e le prescrizioni dermocosmetiche devono poi variare anche in base all’evoluzione della neoplasia”.

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