OMS: l’85% dei morti per malattie non trasmissibili è in Paesi poveri

14 dicembre 2021 – Se si investisse un dollaro all’anno per la prevenzione e il trattamento delle malattie non trasmissibili di ogni cittadino che vive nei Paesi a basso e medio reddito, si potrebbero salvare almeno 7 milioni di vite entro il 2030. L’investimento sarebbe inoltre altamente redditizio: ogni dollaro garantirebbe, infatti, vantaggi per 230 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. Lo suggerisce il rapporto ‘Saving lives, spending less: the case for investing in noncommunicable diseases’ pubblicato oggi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il documento si concentra su 76 Paesi a basso e medio reddito, che negli ultimi anni hanno visto un drastico aumento delle malattie croniche, come patologie cardiovascolari, diabete, cancro, malattie respiratorie.

Secondo l’OMS è in questi Paesi che si concentra l’85% dei decessi prematuri (tra i 30 e i 69 anni) per malattie non trasmissibili. La maggior parte delle morti potrebbe però essere evitata utilizzando interventi collaudati e spesso a basso costo, come l’adozione di politiche per ridurre l’uso di tabacco e dell’alcol, per migliorare la dieta, aumentare l’attività fisica, o attraverso la messa in atto di programmi per la diagnosi precoce del cancro. “Con i giusti investimenti strategici, i Paesi che sopportano una quantità significativa del carico di malattie non trasmissibili possono cambiare traiettoria e garantire significativi vantaggi sanitari ed economici ai loro cittadini”, ha affermato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “In un mondo pieno di incertezze, una cosa di cui possiamo essere certi è che senza interventi le malattie non trasmissibili continueranno a essere una minaccia significativa per la salute globale. Investire su queste politiche basate sull’evidenza è un investimento in un futuro sano”.

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