Ricerca: con la pandemia -36% di nuovi progetti non inerenti al Covid-19

27 ottobre 2021 – La pandemia ha pesantemente ridotto l’attività di ricerca scientifica. In molti settori il numero dei progetti si è ridotto, aprendo una crisi che potrebbe durare molti anni. Anche se ora la produttività è quasi tornata ai livelli prepandemici, i ricercatori che non hanno lavorato sul Covid, nel 2020 hanno avviato il 36% di progetti in meno rispetto al 2019, come spiegano sulla rivista Nature Commincations i ricercatori dell’università Northwestern. “Apparentemente sembra che la produttività sia tornata ai livelli di prima, ma invece di aprire nuove strade, i ricercatori lavorano su temi già stabiliti, scrivendo studi già esistenti o rivisitando vecchi dati. Nessun campo della ricerca è rimasto immune dal calo”, commenta Dashun Wang, coordinatore dello studio. I ricercatori hanno fatto la loro analisi sui livelli di produttività di 4500 ricercatori in Europa e Stati Uniti ad aprile 2020. A luglio 2020 avevano visto che il calo nelle ore di ricerca era stato più marcato per chi lavorava in laboratorio, come chimici e biologi, rispetto a matematici, statistici ed economisti. In particolare donne e genitori di bambini sotto i 5 anni hanno subito un calo delle ore di ricerca del 17% maggiore rispetto agli altri che lavorano in settori simili ma senza figli piccoli.

Il gruppo di Wang ha voluto poi rivedere i dati lo scorso gennaio allargando l’analisi a 7000 ricercatori di Usa ed Europa, scoprendo che anche se quelli che stavano lavorando su progetti collegati al Covid avevano iniziato più o meno lo stesso numero di nuovi progetti nel 2019 e 2020, chi non ha lavorato su temi collegati alla pandemia ha visto un calo significativo. Se fino al 2019 iniziavano tre nuovi progetti all’anno, nel 2020 sono scesi a 2, così come sono calati del 5% gli studi in cui sono co-autori. “Visto il lungo tempo di gestazione perchè idee di nuove ricerche maturino e siano pubblicate – conclude Wang – il calo di nuovi progetti suggerisce che l’impatto della pandemia possa non manifestarsi nelle pubblicazioni per anni”.

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