Telemedicina anche dopo la pandemia? Negli USA favorevole il 58% dei dermatologi

15 aprile 2021 – La telemedicina può essere una risorsa da utilizzare anche quando le emergenze legate alla pandemia finiranno? La risposta sembra essere positiva, almeno da parte dei dermatologi statunitensi. Negli USA, infatti, queste nuove tecnologie hanno avuto un’ottima diffusione tra gli specialisti della salute della pelle. E’ quanto emerge da una recente ricerca pubblicata su JAMA Dermatology e condotta da studiosi della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania di Philadelphia, guidati da Jules Lipoff.

Nello studio sono stati esaminati i dati relativi a inchieste completate da 591 dermatologi per valutare l’uso della telemedicina prima e durante la pandemia, le intenzioni di effettuare visite virtuali anche in futuro e più in generale gli atteggiamenti riguardo all’utilizzo di questa tecnologia. La percentuale di dermatologi che utilizzano la telemedicina è aumentata dal 14% prima della pandemia al 96% durante. Tra quelli che hanno usato la tecnologia, il 58% prevede di continuare a farlo anche dopo che la pandemia sarà terminata. La modalità più comune per le visite in telemedicina era rappresentata da esami interattivi live (94) e la maggior parte dei rispondenti (72%) ha segnalato che questa modalità ha funzionato al meglio in un formato ibrido che combinava video in diretta ed esame di foto archiviate. Quando i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti quali fossero gli ostacoli alla telemedicina, la maggior parte di essi ha citato difficoltà con la tecnologia e la connessione durante le visite (39%) e timori per imperizia medica (27%). La ricerca, comunque, ha riscontrato che non tutti i tipi delle comuni visite dermatologiche erano adatte alla telemedicina. Ad esempio, la stragrande maggioranza dei dermatologi riteneva che una visita di persona fosse necessaria per un esame della pelle di tutto il corpo (95%), mentre un minor numero di specialisti riteneva necessaria una visita di persona per valutare l’acne (2%).

“Essenzialmente, la pandemia ha eliminato diverse barriere all’adozione della telemedicina – ha sottolineato Lipoff -. Ritengo che la maggior parte dei dermatologi preveda di continuare a usare la telemedicina dopo la pandemia perché si tratta di uno strumento fantastico e di un metodo di assistenza che amplia l’accesso dei pazienti”.

FONTE: JAMA Dermatology

 

 

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