Kyowa Kirin ha annunciato una nuova analisi dei dati che mostrano miglioramenti significativi della qualità della vita nei pazienti con linfoma cutaneo a cellule T (CTCL) trattati con mogamulizumab con coinvolgimento ematico, rispetto a vorinostat. I nuovi risultati dello studio MAVORIC hanno confrontato l’impatto del trattamento con mogamulizumab e vorinostat in pazienti adulti con micosi fungoide (MF) e sindrome di Sézary (SS).
Il professor Pier Luigi Zinzani dell’Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli” dell’Università di Bologna, ha dichiarato che questa nuova analisi aiuta a capire meglio l’importanza del coinvolgimento del sangue nel linfoma cutaneo a cellule T, che è relativamente comune nei più stadi avanzati della malattia e può essere presente in alcuni casi meno avanzati.
I livelli crescenti di cellule T maligne nel sangue sono correlati con un aumento del rischio di progressione del linfoma cutaneo a cellule T e una riduzione complessiva della sopravvivenza del paziente.
Il trattamento con mogamulizumab è più efficace nei pazienti con linfoma cutaneo a cellule T che hanno un coinvolgimento del sangue come parte della loro malattia e il trattamento con mogamulizumab genera anche benefici sulla qualità della vita per i pazienti.
“Queste nuove informazioni sottolineano l’importanza del monitoraggio del sangue nella gestione clinica dei pazienti con CTCL” prosegue il professore.
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